martedì 21 agosto 2007

DA LU SBERGIQUE ALLA CRUASET MONTELUSANA
Storia delle disavventure di un turista sbergiese

Qualichi simanata fa un turista sbirgisi fiammingo di nome Dominiek Van Brussel (Minicheddro Di Brusselli) che - Dio e sua mogliere lo pirdonino per questa scelta scillirata - una volta arrivato alla pinsione ed alla consequenti liquitazione, volle farisi una vacanza nella Valle dei Templi.


Tante volte Minicheddro aveva sintuto parlare gli emigranti montelusani in Sbergio di quanto era beddra questa valle e tutto ciò che la circondava e avìa talmente insistuto con sua mogliere (ca emmeci voliva andare in Spagna) che per anni un facia autro che scassari la minchia jorno e notti per questo minchia di sospirato viaggio a Montelusa. E volle scegliere l’Hotel des Temples, uno degli hotel a quattro stiddre che si affollano nella cruaset
(in francisi è inspiegabilmente scrivuto croisette) nostrale, viene a dire lo Stratone del Villaggio Noè. Che, pi essiri sinceri, più che a una cruaset assumiglia a Las Vegas, talmente è pacchiana (appunto, na speci di stile barocco Las Vegas), ma accussì sminchiata che più che autro si potisse definiri na speci di Las Vegas dei povirazzi.


Sull’hotel niente da diri, a parte che se sinni iva in Croazia o in Grecia si la passava bene lo stisso con la mità dei sordi. E in più, doppo aviri contratto un mutuo pir pagari l’hotelli, non avrebbi stato cornuto e mazziato per la giusta punizione inflittagli da sua mogliere Lieve, fiamminga puro issa e solida assà di vrazza e di vastone.


Pir la virità non accapivano nessuno dei due como mai quei minchia di alberghi si attrovavano tutti in un posto tanto infame da cui non si vidivano i templi (cosa comprensibile per motivi di tutela del parco), non si vidiva nemmeno il mari (cosa meno comprensibili) e si vidivano solo ferramente esplosive peggio della bumma di Hiroshima (como ci ha ditto un autorevole cronista molto popolare su iutiub), chiese abbusive e tanti piccoli e granni esercizi commerciali ammucciati darrè a insegne megalomani. Per arrispondere a simili domanne bisognerebbi però contare una longa storia che affonda le radici nel secunno doppoguerra e coinvolge i vertici della Demagogia Cattolica locali (alcuni dei quali proprietari dei turreni attorno alla cruaset...) E quel fitente del Direttori Genuardi non mi concederebbe spazzio sufficienti.


Ma tant’è, Minicheddro e sua mogliere a Villaggio Noè per una simana intera dovivano stare e, tra una visita ed un’avutra ai templi, al museo o alla scala dei turchi, si facivano delle gran passiate per la sullodata cruaset. Piano piano accapirono pirché quel posto si chiamava Villaggio Noè: qualichi misteriosa mano di profeta lo aviva carricato (como alla bibblica arca) di coppie di armali di ogni genere! E questi armali non facivano avutro che esporre insegne pubbricitarie sempre cchiù gavute e sempri cchiù in menzo allo stratone, alla manera delle ricche famiglie di San Gimignano ca qualichi secolo fa jocavano a chi aisava la torre cchiù gavuta... “Ma le torri di San Gimignano, puro nella loro indiscutibbili abbusività, sono cchiù biddruzze assà delle insegne di Villaggio Noè,” protestava incazzata Lieve con sò marito Minicheddro che le voleva addolcire la pinnola raccontandole ca como le cchiù famose torri toscane, anche le insegne della cruaset erano gavute espressioni di italica creatività. Ma Lieve ne voliva conto (e che conto!) e raggione ed ogni sira si sfogava il nirbuso vastuniando pesantemente Minicheddro.


Un jorno Mincheddro aisò l’ingegno e volle provare a sparagnare le vastunate sirali, portando Lieve a passiare nelle strate trasversali ca tagliano la cruaset: non l’avisse mà fatto! Si attrovarono tra strate senza criterio, erba gavuta due metri, cani arraggiati, case mutilate (con i ferri ca spuntano dai pilastri, pronti pir aisare un nummaro a piaciri di avutri piani abbusivi) e l’onnipresente munnizza. E una chiuvuta improvvisa fece loro tastare puro una insolita avventura di rafting, vista l’assenza di impianto fognante e tombini nelle stratuzze stritte stritte rimaste inedificate como per miracolo tra un palazzo abbusivo ed un avutro.


E Minicheddro non si voliva dare di sutta: continuava ad incucchiare minchiate a sua mogliere, della serie “Lieve, non vidi como sonno creativi questi montelusani?” Grazzi a Dio la simanata finì e i due sbirgisi se ne poterono tornari nel loro poco creativo Sbergio con tutte quelle insipide casuzze di maduna rossi con regolare concessione e senza nemmeno un poco di creativa munnizza per le strate.

Bibì Metallurgico

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